Nel cuore degli altopiani di Ségala, il Tarn ha scavato una profonda valle dai contorni sinuosi. Per rivelare tutte le sue ricchezze, un percorso balcone, punteggiato da belvedere, si impenna da Ambialet a Trébas.
Dettagli itinerario
Descrizione
L'istmo più bello della Francia
Élisée Reclus, geografo dell'Aquitania del XIX secolo, fu il primo a considerare il meandro del Tarn ad Ambialet come “l'istmo più bello di Francia”. I qualificativi originali non sono mai mancati per valorizzare un sito la cui notevole posizione ha meritato di sostenere sia l'impronta architettonica del potere feudale sia quella dell'autorità religiosa. Ammiriamo ancora oggi i resti della fortezza dei visconti di Albi e un priorato vivente che ospita l'ammirevole santuario romanico di Notre-Dame de la Voute (XI secolo). La tradizione vuole che un crociato dall'oriente riportò una specie di corbezzolo (Aladern in occitante) che diede il nome al sito. Si tratta, infatti, di un tipo di brughiera diffuso nella regione. Il nome suona bene e si adatta al paesaggio.
Élisée Reclus, geografo dell'Aquitania del XIX secolo, fu il primo a considerare il meandro del Tarn ad Ambialet come “l'istmo più bello di Francia”. I qualificativi originali non sono mai mancati per valorizzare un sito la cui notevole posizione ha meritato di sostenere sia l'impronta architettonica del potere feudale sia quella dell'autorità religiosa. Ammiriamo ancora oggi i resti della fortezza dei visconti di Albi e un priorato vivente che ospita l'ammirevole santuario romanico di Notre-Dame de la Voute (XI secolo). La tradizione vuole che un crociato dall'oriente riportò una specie di corbezzolo (Aladern in occitante) che diede il nome al sito. Si tratta, infatti, di un tipo di brughiera diffuso nella regione. Il nome suona bene e si adatta al paesaggio.